Trad.a cura di Carlo Saviani
A chi possiamo chiedere di perdonarci di aver abusato della Terra e della sua ricchezza? Alla fine, la Terra non perdona, nemmeno se fa del suo meglio per curarsi le ferite che soffre a causa nostra. Alzare gli occhi al cielo e implorare il perdono senza fare riparazione non e altro che un’oscenita verso le generazioni che erediteranno le conseguenze della nostra inazione. A meno di porre fine all’esperimento evolutivo che ha prodotto gli esseri umani, l’unico modo in cui la Terra puo espiare il nostro peccato contro di essa e far si che la coscienza umana sia all’altezza della situazione. La Terra ci rivolge a noi stessi in un modo che nessun’altra forma di autoriflessione puo fare. E, potremmo dire, il nostro innato stimolo al non-se.
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“Con la ripresa degli dei Heisig richiede al Cristianesimo molto di più che una dimostrazione di tolleranza, autocritica e curiosità, o di uno sguardo disinteressato dal di fuori… Nella sua trattazione Heisig si propone di ricercare delle immagini del divino che siano in linea con le condizioni di vita nelle quali la religione – e il Cristianesimo in particolare, al quale Heisig non risparmia parole dure contro la sua complicità nel sistematico genocidio di milioni di forme di vita sulla Terra – si trova attualmente.” – Francesca Greco